
Uto Ughi E Bruno Canino: Unione Di Carisma e Passione
Ero seduta su un palchetto di primo ordine al Teatro Comunale, c’era un lieve brusio dovuto dal sussurrio della gente, il teatro stava prendendo vita. Le luci si abbassano e percepisco una strana magia nell’aria.
Un pianoforte a coda nero occupa il grande palco vuoto in attesa del suo interprete, Bruno Canino, e di un violino che di lì a poco sarebbe entrato in scena tra le braccia di Uto Ughi. I bisbigli cessarono, tutto tacque, in attesa della magia.
Il silenzio assordante venne rotto dal suono del violino sulle note di “Ciaccona per violino e basso continuo” del compositore Tommaso Antonio Vitali. Era l’inizio del concerto.
Composizione dalle melodie inusuali, tipiche dell’epoca barocca, in grado di rendere al meglio le innumerevoli sfumature di suono del violino. Scritto con la tecnica del basso continuo la quale consiste in una scrittura abbreviata del basso, ornamentata dalle relative armonizzazioni all’atto dell’esecuzione.
Nella Sonata n. 9 op. 47 a “Kreutzer” di Beethoven i due strumenti cooperano alla perfezione, suonati con grande bravura e determinazione in grado di rendere importante e magnifico ogni singolo suono. Sonata composta da un adagio sostenuto, presto; un andante con variazioni e il finale, presto. Il tema con variazioni ha radici lontane, inventato per la prima volta nel settimo secolo a.C. con i “nomoi”, consiste nell’utilizzo di un periodo musicale abbastanza semplice (tema) proposto nella sua forma originale e successivamente riproposto più volte attraverso variazioni riguardanti l’aspetto melodico o ritmico.
Con un’opera di Gabriel Faurè Sonata per violino e pianoforte in mi maggiore n.1 op.13, si viene trasportati in un clima ottocentesco, questo brano diede il via alla musica da camera francese. Composizione ricca di virtuosismi, i quali rendono una sensazione di leggerezza al suono, dà quasi un’idea di rinascita e spensieratezza. Suoni malinconici intervallati da altri più allegri e vivaci al fine di rendere il complesso particolarmente gioioso.
Il concerto giunge al termine con una composizione di Saint-Saens, Introduzione e rondò capriccioso in la minore per violino e orchestra op.28, maestosa e a dir poco spettacolare, sembra quasi di essere nel bel mezzo di un avvincente dialogo fra pianoforte e violino, la quale culmina nel finale con una perfetta compenetrazione sonora dei due strumenti.
Dopo due inattesi ma graditissimi “bis”, rispettivamente danza spagnola di Granados e le variazioni sul tema della Carmen di Bizet, il concerto giunge al termine.
Proprio così si conclude un viaggio all’insegna della musica, un ponte di collegamento fra il settecento barocco e il novecento, secolo di avanguardie.
La professionalità degli interpreti e il loro carisma ha reso tutto ciò possibile, in sole due ore si è ricreata una suggestiva intercambiabile atmosfera in grado di spaziare lungo due interi secoli.
Chiara Finotello