
Rock ’n’ Dog: Dieci Anni E Non Sentirli
Decima edizione: un viaggio lunghissimo, una gradevole ricorrenza che resta scolpita nella mente. La garanzia di un bel concerto che vede uniti sullo stesso palco gli insegnati della Scuola di Musica Moderna di Ferrara e alcuni dei suoi migliori allievi. Unione, complicità e profondo rispetto, sia per gli artisti interpretati che interpretanti … Questo è il Rock ‘n’ Dog!
L’evento nasce dalla collaborazione tra la Lega Nazionale Per La Difesa del Cane e l’Associazione Musicisti di Ferrara. Virna Comini, madrina di questo connubio vincente, è il nostro Virgilio in questo viaggio all’insegna della musica e della beneficenza.
Oltre ai musicisti, i protagonisti della serata sono i nostri amici a quattro zampe, infatti i brani sono uniti da un unico filo conduttore, i racconti narrati da Virna che ruotano attorno alle loro vicissitudini.
Il prologo dello spettacolo è un brano intenso: Marco Scabbia ci prende per mano e ci guida in un viaggio introspettivo sulle rotaie di una vecchia ferrovia, cantando The Boxer, di Paul Simon.
Il nostro cammino prosegue: approdiamo nel Favoloso mondo di Amèlie, un mondo sognante, variopinto e romantico, per giungere poi ad un grande classico: A Natural Woman (You make me Feel), riproposta in chiave acustica e interpretata da un’impeccabile Viviana Corrieri.
Veniamo avvolti da un’atmosfera più rilassata e cullati dal sax di Stefania Bindini nel brano di Graham Nash There’s Only One, per poi essere travolti dall’erompente energia di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, di Ivan Graziani.
E ora su, oltre le nuvole e l’arcobaleno, con il quartetto Barbershop, che ci canta una splendida versione a cappella di Over the rainbow; è incredibile come le loro quattro voci riescano ad amalgamarsi in modo così perfetto.
L’arcobaleno si tuffa in un mare, un oceano eterno: Eternoceano è il titolo del brano che i Kozmic Floor, assieme al tastierista Marco Quagliozzi, ci regalano.
L’atmosfera si fa più intima: due chitarre prendono vita, il loro suono riempie la sala e ci racconta dei Sultans of Swing, dei Dire Straits; Roberto Formignani e Lorenzo Pieragnoli non fanno sentire la mancanza di nessuno strumento nella loro esibizione.
Veniamo abbracciati da A Feast For Me, una dolce canzone di Elisa, e poi subito catapultati nella tradizione del Bluegrass: Cold Frosty Morning, che ci porta a ballare col suo ritmo incalzante.
Ricky Scandiani si cala nei panni del grande Giorgio Gaber nel brano successivo, I Borghesi, un pezzo brillante e a tratti provocatorio.
Ritorna il Barbershop, I Don’t Know Why I Love You (But I do), e poi la leggenda: l’intramontabile Stairway To Heaven, per l’occasione suonata da voce, flauto, viola e chitarra; Ambra Bianchi è poesia, sia quando suona, sia quando canta.
Siamo quasi al termine: la struggente e tranquilla Guarda l’Alba, interpretata con sentimento dalla nostra presentatrice, ci porta poi verso orizzonti più movimentati. Alma Latina, di Flavio Piscopo, è talmente coinvolgente che è impossibile rimanere fermi; il duo Barbieri e Piscopo (rispettivamente batteria e percussioni) è esplosivo: i loro botta e risposta superano i confini del palco e avvolgono il pubblico.
E poi il gran finale: la scoppiettante ed elettrizzante Call Me, dei Blondie chiude la serata, lasciandoci quel po’ di amaro in bocca che segue l’epilogo di ogni bello spettacolo.
I musicisti erano affiatati, preparati ed energici. Ogni formazione era talmente consolidata che sembrava suonare insieme da anni. Tanto si potrebbe dire di questa memorabile serata e tanto non è stato detto. Chi c’era lo sa, chi non c’era… Beh, l’anno prossimo avrà la possibilità di scoprirlo!
Francesca Marchetti