Un pozzo, una abat-jour cremisi, luci soffuse, un’atmosfera raccolta ed essenziale, batteria, basso, chitarra, flauto traverso, tromba, sassofono e quattro microfoni. Si inganna l’attesa chiacchierando nel chiostro, che è diventato un intimo salotto londinese.
Presentazioni: Gabriele Mantovani invita i musicisti ad uno ad uno, una trionfale corsa sul palco. Davide Nicchio (chitarra e cori), Leonardo Ardillica (tromba e cori), Yuri Argentino (flauto traverso, sax baritono e cori), Alberto Lincetto (tastiera), Federico Lincetto (basso), Ugo Ruggiero (batteria) e Ilaria Mandruzzato (voce) danno il via a una serata firmata The Franks – Winehouse Band interamente dedicata alla talentuosa e trasgressiva Amy Winehouse.
Perché chiamarsi proprio così? Frank, come ha spiegato Ilaria durante la serata, è il disco di esordio della celebre cantante, al quale la band si ispira per nome e repertorio. La scelta del titolo dell’album nasce dalla sua ammirazione per l’intramontabile Frank Sinatra, ma anche per la franchezza e la genuinità dei sentimenti che l’hanno portata a impregnare i suoi testi di esperienze di vita, creando brani che spaziano tra il sarcasmo e la sincerità.
Ilaria è volutamente vestita e truccata con lo stile Winehouse, tra la pettinatura anni Sessanta e il trucco da Cleopatra, tra vestiti pin-up e colori sgargianti, che la cantante padovana definisce come una “cozzaglia di annate, colori e sapori”.
Nonostante l’intenzionale somiglianza con la star londinese, la voce della serata è riuscita a far emergere la sua personalità rendendo ancora più incisiva e originale la performance.
Il gruppo esordisce con la frizzante Addicted, a seguire le immancabili Back To Black, title track del rinomato album, You Know I’m No Good, il tormentone mondiale Rehab, che ha fatto cantare il pubblico entusiasta e la commovente Love Is A Losing Game. Oltre ai successi mondiali della cantante, il gruppo lascia spazio a un repertorio di grande effetto che combina elementi soul-jazz con la vitalità del funk e del reggae.
All’annuncio dell’ultimo brano della scaletta, You Sent Me Flying, sulla richiesta di due ritardatari viene nuovamente eseguita Back To Black, dopo la quale i presenti sono salutati con la trasognata Our Day Will Come.
Il successo della serata è dovuto sicuramente, oltre che alla potenza vocale e alla presenza scenica della cantante, ai sei impeccabili musicisti: il solido groove di basso e batteria fornisce un perfetto tappeto ritmico per le improvvisazioni dei vari strumenti, i sinuosi cori viaggiano insieme precisi e coinvolgenti per costruire una base musicale felice, con linee vocali talvolta cupe e introspettive, talvolta vigorose ed energiche, e il batterista è un signore del tempo.
La regina del soul bianco è stata sicuramente una delle più straordinarie artiste degli ultimi anni, ma nonostante ciò il gruppo ha retto il confronto con successo tra lo stupore e l’entusiasmo del pubblico ferrarese.
Francesca Marchetti, Laura Bortolotti