
Intervista agli EcoFibra sul loro nuovo singolo “Abituata”
Gli EcoFibra sono una giovane rock band ferrarese nata alla fine del 2017 da Alessia Piva cantante del gruppo, dal bassista Gianmarco Simone e dal chitarrista Francesco Piazzi a cui si aggiunge successivamente alla batteria Riccardo Simonetti. Il loro stile è caratterizzato da testi in italiano, con sonorità che fondono tra di loro tratti di indie e alternative rock.
Il 18 Settembre, a distanza di un anno dalla pubblicazione dei loro singoli di debutto “Specchio” e “Fra due ore è Martedì”, tornano alla riscossa con il loro nuovo singolo “Abituata” prodotto in collaborazione con l’etichetta discografica indipendente Alka Record Label, è distribuito in tutte le piattaforme digitali. Non abbiamo perso l’occasione di approfondire di più su questo ultimo singolo soprattutto in un periodo così delicato per la musica e l’arte in generale.
Quale esigenza vi ha portato a scrivere “Abituata”?
Alessia: Innanzitutto “Abituata” è nata come una canzone sfogo che rappresenta un periodo particolare della mia vita, mentre prima ero una ragazza che si aggrappava molto ai giudizi delle persone e se li marchiava sulla pelle, adesso me li lascio scivolare via. In generale il pensiero dietro alla canzone è: “Sono stanca di stare a pensare a quello che mi dice la gente.” Perché i giudizi degli altri sono solo parole che mi fanno perdere tempo, è ora che io pensi a me stessa, quello voglio essere davvero, che voglio fare e che voglio rappresentare. Una ragazza annoiata dal giudizio degli altri.
Un pensiero che va decisamente contro la corrente attuale dove il giudizio degli altri ricopre un ruolo quasi fondamentale nella vita di tutti noi, per esempio per quanto riguarda soprattutto il mondo dei social network.
Alessia: Esatto, è riferito anche a quello proprio al come ci siamo abituati negli ultimi anni a ricevere dei like e darci troppo peso. Invece in “Abituata” è una ragazza che per la prima volta nella sua vita se ne frega e fa quello che vuole.
Francesco: Questo aspetto dei social è quello da cui abbiamo preso spunto per il video del singolo tramite l’utilizzo di Instagram e WhatsApp.
Qual è il concept dietro al video?
Alessia: Abbiamo voluto rappresentare in chiave ironica quello che succede con le storie di Instagram, come per esempio il mandarsi messaggi: “vorrei essere come lei” oppure “ma guarda che combina questa”. A causa di questi social la gente non ha il coraggio di dirti le cose in faccia ma usa questi mezzi per parlarti alle spalle.
C’è qualche legame testuale/argomentativo con i brani precedenti?
Alessia: Il legame c’è, soprattutto con “Specchio” perché la ragazza di specchio vede un’immagine riflessa che ha un peso difficile da sostenere, lei si vede e non si accetta, per quanto possa dire di essere libera è ancora intrappolata in quella immagine e non riesce ad uscirne, in “Abituata” finalmente riesce a rompere lo specchio in cui è intrappolata e a liberarsi di questo pensiero.
Tempo fa mi avete confidato che per voi “Abituata” è un esperimento, sotto quale punto di vista lo sarebbe?
Francesco: Io lo vedo come esperimento sia dal punto di vista musicale, ovvero esplorando cose meno cupe e avvicinandoci sonoricamente al pop punk e sia per quanto riguarda il video poiché è stato parzialmente realizzato durante la quarantena e abbiamo studiato un modo per realizzarlo con l’aiuto di nostre amicizie, evitando il cliché del video fatto in casa cantando in playback. Per la creazione è stato elaborato un filtro di Instagram e una chat fittizia del gruppo WhatsApp.
Essendo la prima canzone pubblicata sotto un’etichetta discografica per noi è stato tutto una nuova scoperta.
In che modo lavorare con ALKA Record Label ha cambiato il vostro modo di comporre e il vostro sound?
Alessia: Prima lo consideravamo un passatempo: ci trovavamo in sala prove con volumi altissimi e con la voglia di spaccare tutto, ora abbiamo un’idea più chiara del nostro futuro, su cosa potrà essere per noi la musica. Le risorse e il tempo speso stanno dando i suoi frutti, ci crediamo e abbiamo iniziato seriamente ad applicarci in questo nuovo progetto.
Francesco: Lavorare con produttori professionisti ha fatto la differenza, Michele Guberti e Manuele Fusaroli ci hanno aiutato e consigliato su cosa e come scrivere le nostre future canzoni, su cosa potrebbe funzionare e come strutturarlo, acquisendo un approccio molto più serio e consapevole delle nostre capacità.
Alessia:Ci hanno anche aiutato ad individuare i nostri limiti, senza cadere nella banalità. Una consapevolezza che ha iniziato a costruirsi da poco e che continuerà a crescere sempre di più con il tempo.
Non avete paura di perdere le caratteristiche, cioè di come sono nati gli EcoFibra?
Alessia: No, secondo me è solamente una cosa che si evolve con il tempo.
Francesco: Sì sono d’accordo, anche a livello di sonorità non ci siamo mai dati un grosso limite, è vero che “Fra due ore è Martedì” e “Specchio” hanno un certo tipo di sound ma siamo sempre stati aperti nello sperimentare nuovi tipi di influenze, mantenendo una coerenza.
Dopo “Abituata” avete in programma l’uscita di un nuovo singolo?
Francesco: Si, fra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 uscirà un nuovo singolo nell’attesa dell’album, non possiamo rivelare il titolo ma sarà una canzone totalmente diversa da “Abituata”, avrà un’altra atmosfera e sonorità differenti…
Alessia: Un’altra percezione, non aspettatevi i soliti EcoFibra.
Quindi dovremmo ascoltarvi con orecchie totalmente nuove.
Alessia: Esatto, anzi non nuove, ma attente.
Concludiamo con l’ultima domanda, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Francesco: Come EcoFibra è di tornare suonare live il più presto possibile.
Alessia: Si condivido pienamente perché per noi suonare senza stimoli è molto frustrante, fare musica e non poterla suonare dal vivo non ci da un senso. Mi piace vivere il presente del gruppo assaporando il momento e vedere come si evolve.
E qui si conclude l’intervista con gli EcoFibra, sperando si esaudisca il loro desiderio, soprattutto in un periodo complicato come questo.
Maristella Magnani
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